
«Caos Csm? Abbiamo scoperto l’acqua calda. Diciamo la verità: che le correnti servissero a questo, cioè a creare un’area di riferimento e di elettorato per andare poi a fare il componente del Csm, si sa dalla notte dei tempi, cioè da quando è stata fatta la norma per individuare i membri del Csm».
Così l'ex magistrato Antonio Di Pietro è intervenuto sul caso Csm, esprimendo la sua opinione da ospite alla puntata di "L'Italia s'è desta", in onda su "Radio Cusano".
«Fino a oggi si è preferito sempre girarsi dall'altra parte rispetto a un problema che conoscevano pure le pietre. È un po’ come quando con Mani Pulite abbiamo scoperto Tangentopoli e tutti dicevano: "Mamma mia, mamma mia"» ha dichiarato Di Pietro, continuando: «In realtà, lo sapevano tutti. Il caso Csm è avvenuto un po’ per consuetudine, un po’ per ignavia. Le correnti sono figlie di una legge sbagliata, che mette un uomo nelle condizioni di essere eletto per poter svolgere un servizio. Questo è bellissimo in democrazia, ma quando sei un magistrato, devi rispettare solo la Costituzione e quindi non puoi essere eletto da quelli che tu devi controllare».
E ancora: «Rendersi conto di un qualcosa quando scoppia il caso è un’ipocrisia. Tenete conto poi che i due magistrati che concorrevano per la procura di Roma non è che sono due magistrati collusi, ma sono due bravissimi magistrati. Il magistrato si crea da sé l’indipendenza. Deve rispondere soltanto alla Costituzione, non ha bisogno di qualcuno che mi tuteli».
In chiusura poi, facendo riferimento al presidente Sergio Mattarella, Di Pietro ha affermato che: «Oggi non può fare il ragioniere. Vorrei che oggi Mattarella, che sul piano umano e istituzionale è una persona di rispetto, uscisse dal noto riserbo con una proposta seria di riformare la parte della Costituzione che riguarda il modello di individuazione dei membri del Csm».