Romania, Papa Francesco beatifica 7 vescovi morti durante la dittatura



Più di 60 mila fedeli si sono radunati a Blaj, in Transilvania, per assistere alla Divina Liturgia, celebrazione di rito bizantino presieduta da Papa Francesco per la beatificazione di sette vescovi greco-cattolici, morti in carcere durante il periodo della dittatura. 

Senza mai pronunciare la parola comunismo il pontefice, apparso visibilmente affaticato nella giornata conclusiva della sua visita nel Paese, ha condannato il regime "dittatoriale ed ateo" che per decenni ha detenuto il potere nell'Europa orientale. 

Riferendosi ai sette vescovi il Papa ha sottolineato come di fronte all'oppressione del regime accettarono di essere sottoposti alla carcerazione e ad ogni genere di maltrattamenti pur di non rinnegare la loro appartenenza alla Chiesa. 

Blaj è conosciuta anche come la "piccola Roma", per la sua alta percentuale di cattolici, molti dei quali di rito orientale. 

Dopo la cerimonia il pontefice ha incontrato la comunità Rom della città e ha chiesto perdono per le "discriminazioni" e i "maltrattamenti" che ha dovuto subire nel corso della storia. Francesco ha confessato di portare nel cuore "un peso": «La storia ci dice che anche i cristiani, anche i cattolici, non sono estranei a tanto male. Vorrei chiedere perdono per questo. Chiedo perdono, in nome della Chiesa al Signore e a voi, per quando, nel corso della storia, vi abbiamo discriminato, maltrattato o guardato in maniera sbagliata, con lo sguardo di Caino invece che con quello di Abele».