
«Ancora una volta torniamo sul tema degli inceneritori. Oggi leggo che chi non ne vuole costruire di nuovi sarebbe folle e irresponsabile. Io trovo che sia folle e irresponsabile pensare l’esatto contrario. L’Italia oggi, e a maggior ragione in futuro, non ha bisogno di nuovi inceneritori. Vediamo perché».
Inizia così il post social del ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, che ha ripreso il tema dell'istallazione di inceneritori sul territorio italiano, per ribadire la sua posizione a tal proposito.
Sul suo profilo Facebook si legge, infatti, che «Per costruire un inceneritore occorrono dai 5 ai sette anni. Per rientrare dall'investimento occorrono altri 20 anni. Bene: nel 2047 cosa daremo da mangiare a questi eventuali nuovi impianti visto che bruciano la parte residuale, terminale, della raccolta, cioè tutto quello che non può essere riciclato?».
Aggiunge poi Costa: «Io dico sì agli impianti, però quelli che servono: innanzitutto quelli di compostaggio, soprattutto al Sud. Lavorano l’organico, che è la gran parte del rifiuto da trattare, e quello con maggiore impatto per i cittadini: cattivi odori, percolato» e ancora per lui «Servono impianti di compostaggio di prossimità, con un sistema a stella: quelli più piccoli vicino a dove il rifiuto viene conferito».
Conclude il ministro, ribadendo che «il contratto di governo sul punto è chiaro. Ecco cosa dice: “Una corretta e virtuosa applicazione dell’economia circolare, in linea con la gerarchia europea nella gestione dei rifiuti, comporta una forte riduzione del rifiuto prodotto, una crescente percentuale di prodotto riciclato e contestualmente una drastica riduzione della quota di rifiuti smaltiti in discarica ed incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti, adottando metodi tecnologicamente avanzati ed alternativi”. Ed è proprio quello che stiamo facendo».