
Si è concluso il Consiglio dei ministri, che, dopo otto ore, non ha decretato un'intesa sulla riforma della Giustizia.
Le proposte avanzate dalla Lega non sono state accolte dal Movimento 5 Stelle, secondo il quale il vicepremier Matteo Salvini sta tentando di bloccare l'abolizione della prescrizione che entrerà in vigore a gennaio del 2020.
A mediare tra i due schieramenti politici è stato il premier Giovanni Conte che ha anticipato che si terrà un nuovo Consiglio prima del prossimo 6 agosto, così com'è stato sollecitato dalla Lega che, in una nota, ha richiesto «tempi certi».
Secondo il leader leghista la riforma di Bonafede «non c'è, è acqua e dovrebbe essere imponente, storica come quella che la Lega ha pronta che separa le carriere, dimezza i tempi dei processi, premia chi merita e punisce chi sbaglia».
Per il leader pentastellato, invece, «la riforma è epocale, sanziona i magistrati che perdono tempo e riduce drasticamente i tempi dei processi. Basta con le spartizioni di potere al Csm. Mi auguro nessuno pensi di bloccarla, sarebbe un grave danno al Paese».