
La Procura di Milano ha reso noto che Imane Fadil, uno dei testimoni chiave del processo “Ruby” contro l’ex primo ministro Silvio Berlusconi, è morto per una malattia rarissima, la cui causa resta ancora sconosciuta.
In una conferenza stampa, il procuratore capo di Milano, Francesco Greco, ha dichiarato infatti che non vi erano prove di negligenza medica e, di conseguenza, la Procura ha chiesto che l’indagine fosse chiusa.
Secondo quanto aggiunto da Greco, "gli esperti erano abbastanza sicuri che Fadil è morto per una malattia – aplasia del midollo osseo legata all’epatite acuta" e ha aggiunto che, però, "ci possono essere molte cause che hanno generato la patologia”.
Il 34enne modello marocchino, che aveva accusato Berlusconi di aver pagato una prostituta minorenne e di aver cercato di influenzare le prove dei cosiddetti “bunga bunga bunga” a casa sua, è morto a marzo dopo oltre un mese di agonia in ospedale.
Riascoltando una registrazione telefonica, il pubblico ministero ha dichiarato che, poco prima di morire, Fadil avrebbe avvertito il proprio avvocato di temere che qualcuno stesse cercando di avvelenarlo.