
«Perché mi sono astenuto sulla fiducia al governo? Il mio voto non era fondamentale per far cadere il governo. Se lo fosse stato, figuratevi se mi sarei astenuto».
Ha risposto così il senatore del M5s, Gianluigi Paragone, ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, precisando il motivo per cui si è astenuto nel voto di fiducia al governo Conte bis.
«Questo mi consente di fare una politica nel M5s che, secondo me, tra un po’ vedrà qualcuno svegliarsi dall'ipnosi generale» ha continuato Paragone, precisando che «certo, se avessi votato no, il processo sulla mia espulsione sarebbe stato più facile per il movimento».
Il senatore pentastellato non ha negato poi «che vorrei tentare di non essere più solo» perché «il fatto di essere una spina nel fianco all'interno del M5s mi consentirà di raccogliere un malcontento che fra un po’ sicuramente verrà fuori e mi permette di avere un margine politico che voglio utilizzare. Ogni tanto, insomma, si fa un minimo di tattica».
Riguardo alle «nomine dei sottosegretari e dei viceministri al Ministero dell’Economia», Paragone afferma che a suo parere «il M5s ha messo due non brillanti giocatori, a differenza del Pd che ha costruito una filiera completamente europeista. Laura Castelli ormai è diventata una figlioccia del sistema. E anche Alessio Villarosa è ben lontano dal Villarosa che qualche grillino ancora si ricorda fuori dal palazzo».