
Il comandante di Sea Watch Carola Rackete ha dichiarato al Parlamento europeo giovedì scorso che la legislazione italiana che cerca di scoraggiare il salvataggio in mare dei migranti da parte di navi gestite da ONG è contraria al diritto internazionale.
Con un decreto redatto all’inizio di quest’anno dal leader della Lega ed ex ministro degli Interni Matteo Salvini, i comandanti delle navi che trasportano migranti salvati che entrano nelle acque italiane senza permesso possono incorrere in multe fino a un milione di euro.
“Le operazioni di ricerca e salvataggio in mare rientrano nell’ambito del diritto internazionale”, ha detto Rackete, che ha sfidato il divieto di sbarcare 40 migranti sull’isola di Lampedusa in giugno, dopo un lungo periodo di stallo con le autorità italiane.
“Non so come l’Italia ha potuto approvare una legge che non rispetta il diritto internazionale”.
Rackete, una trentunenne tedesca di 31 anni, ha lamentato di non avere il sostegno dell’Unione europea durante il confronto con Roma.
“La mia decisione di entrare in porto dopo 17 giorni in mare non è stata una provocazione, è stato necessario.
“Sono stato accolto come se fossi alla guida di una nave che trasporta parassiti piuttosto che di una nave umanitaria con persone vulnerabili ed esauste a bordo” ha concluso.